FUNZIONI GENITORIALI VICARIANTI: IL TUTOR NELL'AMBIENTE TERAPEUTICO OSSERVATIVO; UNA SCUOLA MATERNA PER BAMBINI CON TRATTI AUTISTICI

Authors
Citation
E. Fe' D'Ostiani, FUNZIONI GENITORIALI VICARIANTI: IL TUTOR NELL'AMBIENTE TERAPEUTICO OSSERVATIVO; UNA SCUOLA MATERNA PER BAMBINI CON TRATTI AUTISTICI, Psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza , 61(1-2), 1994, pp. 39-60
ISSN journal
0393361X
Volume
61
Issue
1-2
Year of publication
1994
Pages
39 - 60
Database
ACNP
SICI code
Abstract
In questo articolo l'Autrice definisce le caratteristiche dell'approccio terapeutico a bambini con tratti autistici attuato presso l'Asilo Terapeutico Sperimentale attivo nell'Istituto di Neuropsichiatria Infantile, II Cattedra. Dopo aver descritto per sommi capi l'organizzazione dell'Asilo, dove vengono illustrati i tempi e i modi del suo funzionamento (dai membri dell'equipe, alla modalita' degli incontri di supervisione, al tipo di uso che viene fatto del transfert e del controtransfert, al materiale delle sedute con i genitori dei bambini frequentanti la struttura etc.), si giunge a definire nei particolari il tipo di intervento che caratterizza la figura del Tutor, con specifico riferimento al suo ruolo vicariante di funzioni genitoriali latitanti. Viene illustrato con abbondante materiale clinico, il peculiare fenomeno delle crisi a cui sono soggetti i bambini con tratti autistici, il loro carattere di imprevedibilita' e incomprensibilita', per giungere quindi ad evidenziarne l'elemento di perdita della dimensione spazio-temporale e quello di "contagio psichico". Quindi l'Autrice si sofferma ad illustrare l'intervento che il Tutor attua nei momenti di crisi del bambino: il suo porsi come archeologo attento ad ogni minima traccia di senso, capace di utilizzare in modo conoscitivo sia la propria Risposta Emotiva Globale che la propria attivita' immaginativa; il suo offrirsi come spazio bianco su cui il bambino puo' rappresentare i propri conflitti e nel quale poter ricostruire, insieme al bambino stesso, un "continuum di senso" da contrapporre alla frammentarieta' dell'esperienza caratteristica dei momenti di crisi; infine, il suo restaurare le funzioni dell'Io del bambino, anch'esse sovente compromesse in questa patologia, nel tentativo di permettere al piccolo paziente di sviluppare autonome capacita' gestionali del proprio mondo esterno ed interno.