Contrariamente alla comune opinione secondo la quale i principali contributi di Freud sono le ipotesi cliniche mentre la metapsicologia non ha più rilevanza per la psicologia contemporanea, l'autore sostiene che i più grandi contributi di Freud consistono proprio nella sua cornice concettuale e metateorica, che lo rende il primo e ancora insuperato psicologo cognitivista, nonostante i contenuti di questa cornice fossero non sempre plausibili. L'autore discute sette tra i principali punti di contatto tra Freud e la psicologia contemporanea: 1) l'intenzionalità, cioè le rappresentazioni mentali, come unità ultima di analisi, e una concezione della mente come sistema di stati intenzionali in interazione dinamica; 2) l'esistenza di stati mentali inconsci; 3) una concezione cognitivista della motivazione come proprietà causale delle idee; 4) una concezione cognitivista delle emozioni come cognizioni combinate con sensazioni corporee intenzionalisticamente interpretate come rappresentazioni percettive del corpo; 5) una concezione "modulare" della mente e contro la visione tradizionale di una sua entità unificata; 6) una completa spiegazione del comportamento che integra livelli intenzionali, di tratto e biologici della personalità; 7) l'importanza della automanipolazione cognitiva intenzionale, come nei meccanismi di difesa.