Il successo del Dsm-III e del Dsm-III-r sta nell'aver approntato degli strumenti operativi, cioè i criteri diagnostici, che rendono la diagnosi psichiatrica un procedimento standardizzato e attendibile. Queste apparenti semplicità e riproducibilità del metodo veicolano un'ideologia della malattia mentale derivata dal modello medico-biologico, nonostante la dichiarata ateoreticità del Dsm. Pertanto, i critici ne hanno denunciato il riduzionismo e il tentativo egemonizzante di riassorbire il pluralismo degli indirizzi psichiatrici all'interno di quello medico-biologico. Anche all'interno di quest'ultimo, vi sono delle perplessità sul Dsm, segnatamente l'eccesso di categorizzazione che finisce per evidenziare solo il disturbo a scapito dell'individuo, nonchè il rapido succedersi delle edizioni, che fa pensare a un prevalere degli interessi commerciali su quelli scientifici.