Gli autori prendono in rassegna il problema della valutazione della terapia di disturbi di personalità. Analizzano i vantaggi e gli svantaggi dei vari sistemi diagnostici (Dsm-IIIr, Icd-10, approccio dimensionale versus categoriale, raggruppamenti empirici dei criteri diagnostici, ecc.) e le ricerche fatte sulla terapia dei disturbi di personalità, sia farmacologiche che psicoterapeutiche, prima e dopo il Dsm-III. Presentano la loro proposta di "diagnosi strutturale" delle organizzazioni di personalità nevrotica, borderline e psicotica, e la tecnica di psicoterapia espressiva per i pazienti borderline. Sottolineano come per il progetto terapeutico sia più utile un approccio dimensionale, anzichè categoriale, e come il prevalente atteggiamento "comportamentale" nei confronti dei disturbi di personalità, seppur degno di rilievo, rivolge l'attenzione solo a specifici aspetti comportamentali dei disturbi e a come cambiarli, piuttosto che ai disturbi stessi.