G. Fabbris, L'ART BRUT PER GUARIRE LA SINDROME DA STRESS RIPETITIVO DELL'ARTE ODIERNA, Rivista sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali Archivio italiano per le malattie nervose e mentali. Rivista sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali , CXVIII(SUPPL.4), 1994, pp. 826-828
L'autore, un artista che lavora nell'atelier del servizio psichiatrico San Felice di Vicenza, sottolinea come già il titolo della sua comunicazione al convegno (che non è un paradosso) sia molto chiaro: tra l'arte brut l'unica differenza è che la seconda può ancora nominarsi tale, cioè arte, mentre la cosiddetta arte vacilla nell'800, e cade nel '900; una caduta certamente necessaria, ma pur sempre drammatica. Oggi c'è vitalità, c'è umanità nel senso totale, solo nell'art brut che, con la sua estrema pericolosità, si sposta quale unica mina vagante nel tranquillo mare dei replicanti dell'arte "normale". Da ciò nasce l'esigenza di guardare agli "altri artisti" nella loro integrità, per educarsi al rispetto delle forme "barbare". L'autore auspica una convivenza con gli artisti brut che (quando sono tali) può essere davvero salutare perchè in grado di mostrare agli artisti "normali" dove, prima o poi, dovranno arrivare : averli quali maestri di poetica.