Riprendendo il punto di vista di pensatori quali Anders e Jonas, l'autore riconsidera la storia della coscienza che non vuole prendere atto della propria possibile distruzione, una storia sotterranea nella cultura degli ultimi cinquant'anni; in essa prevalgono le resistenze, le incomprensioni e le divagazioni. Insieme a tali autori, ci si vuole interrogare sul destino dell'umanità dotata della capacità di distruggere sè stessa, e proporre una nuova morale, cioè quella della nuova responsabilità dell'uomo verso la natura, che comporterebbe una rivoluzione nell'ordine dell'etica e forse la ripresa di una nuova filosofia.