IL PAZIENTE COME INTERPRETE DELL'ESPERIENZA DELL'ANALISTA

Authors
Citation
Iz. Hoffman, IL PAZIENTE COME INTERPRETE DELL'ESPERIENZA DELL'ANALISTA, Psicoterapia e scienze umane , XXIX(1), 1995, pp. 5-39
ISSN journal
03942864
Volume
XXIX
Issue
1
Year of publication
1995
Pages
5 - 39
Database
ACNP
SICI code
Abstract
Il punto di partenza dell'autore in questo articolo, che prende le mosse dall'interesse per il modo in cui i modelli teorici influenzano la tecnica analitica, è la persistenza del concetto freudiano di schermo opaco. Dopo averne presentati i requisiti standard, l'autore ci introduce al doppio filone critico, conservatore e radicale, suscitato da tale modello. In particolare, conservatrici sono quelle critiche che, pur dando spazio alla relazione reale tra paziente e analista, concepiscono comunque il transfert in una prospettiva asociale, come emerge dall'articolata presentazione dei punti di vista di Strachey, Loewald, Stone, Kohut e Greenson. In un nuovo paradigma sociale o interpersonale, vanno invece a inserire il transfert autori quali Gill, Racker e Levenson, di cui vengono presentati sia il punto di vista sia le implicazioni tecniche, comprese le analogie con la posizione sviluppata da Wachtel a partire da Piaget. Se in questo nuovo paradigma, che unisce trasversalmente analisti appartenenti a tre scuole diverse (freudiana, kleiniana e sullivaniana), il concetto di <assimilazione> sostituisce quello di <distorsione>, il paziente non è più un osservatore ingenuo del comportamento dell'analista, ma è al contrario in grado di capire che l'esperienza dell'analista, per quanto diversa, non è meno complessa della sua.