STRATEGIE DI CAMBIAMENTO RAPPRESENTAZIONALE. UNO STUDIO SPERIMENTALE SUL DISEGNO INFANTILE

Authors
Citation
G. Pinto et S. Bombi, STRATEGIE DI CAMBIAMENTO RAPPRESENTAZIONALE. UNO STUDIO SPERIMENTALE SUL DISEGNO INFANTILE, Rassegna di psicologia (Testo stampato) R d P. Rassegna di psicologia , XII(1), 1995, pp. 127-136
ISSN journal
11255196
Volume
XII
Issue
1
Year of publication
1995
Pages
127 - 136
Database
ACNP
SICI code
Abstract
Questo lavoro indaga in qual modo bambini dai 4 agli 11 anni (N=96) giungono a variare la rappresentazione del volto umano, passando da una rigida adesione allo schema "canonico" (frontale simmetrico) alla capacita' di disegnarlo di profilo; in particolare ci si chiede come possano risultare comunicativamente efficaci anche le modifiche messe in atto dai piu' piccoli, benche' poche/elementari/facili-da -eseguire. si e' ipotizzato che al crescere dell'eta' aumenti il numero di volti di profilo, ma che tale aumento sia significativo solo nel caso in cui il profilo e' necessario a esprimere una variazione di orientammento (persona che cammina vs. figura umana generica), e che tale variazione sia ottenuta con strategie pittoriche diverse, dapprima basate sul ricorso ad asimmetrie ed eliminazione di parti, poi sull'uso di occlusioni e variazione del contorno. I disegni dei volti sono stati codificati per (a) efficacia comunicativa e (b) tipo di equivalenti grafici usati. Come atteso, nei disegni della figura che cammina le teste di profilo sono significativamente piu' frequenti che nella prova di controllo, cosi' come lo sono nei disegni dei bambini piu' grandi. Dall'analisi fattoriale sugli equivalenti grafici adottati nella rappresentazione delle teste di profilo sono emersi 4 fattori. L'analisi della varianza sui punteggi fattoriali ha evidenziato che il primo fattore, denominato"Elaborazione globale del contenuto", caratterizza i soggetti piu' grandi; il secondo fattore ("Elaborazione parziale delcontorno")caratterizza i soggetti di 8-9 anni; il terzo fattore ("Asimmetria interne a contorno") emerge invece a 6-7 anni. Questi risultati mettono in evidenza una progressione di tipo qualitativo, che spiega attraverso quali strategie i bambini dotati di minori capacita' progettuali riescano a realizzare variazioni rappresentazionali comunicativamente adeguati.