ORIGINE ED EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI AUTISMO. VITALITA' PSICOPATOLOGICA DI UN CONCETTO

Citation
Cf. Muscatello et al., ORIGINE ED EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI AUTISMO. VITALITA' PSICOPATOLOGICA DI UN CONCETTO, Rivista sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali Archivio italiano per le malattie nervose e mentali. Rivista sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali , CXIX(3), 1995, pp. 397-422
ISSN journal
03707261
Volume
CXIX
Issue
3
Year of publication
1995
Pages
397 - 422
Database
ACNP
SICI code
Abstract
L'utilita' del concetto di "autismo"in ambito clinico, tenuto conto dell'alone di indeterminatezza che lo fa oscillare, nelle diverse letture proposte tra esperienza tra esperienza interiore e mero sintomo comportamentale, è certo controversa, ma non si puo' non riconoscere che la riflessione psicopatologica attivata da questo concetto ha enormemente arricchito la psichiatria. Attraverso un'ambia rassegna storiografica gli Autori relevano come il concetto di autismo, nella sua contraddittoria e apparente semplicita', sembri riflettere vicissitudine, contrasti e trasformazioni della psichiatria del '900. Sin dalle sue origini, in un clima culturale che risente della crisi della "psichiatria dei sistemi" e del nascente pensiero psicoanalitico, il concetto di autismo non appare risolvibile nei termini di un generico deficit, trovando invece la sua "forza problematica nella modalita' peculiare di connessione del punto di vista clinico con la radice antropologica" (Blankenburg). Il pensiero antropoanalitico, che ha individuato nella intersoggettivita' la dimensione costitutiva di ogni riflessione psicopatologica, ha messo in luce le potenzialita' euristiche del concetto di autismo. Dalla "diagnosi per sentimento" di Binswanger alla "perdita del contatto vitale con la realta'" di Minkowski fino alla "crisi globale del common sense" di Blankenburg, tutti gli Autori che si sono mossi in questa prospettiva hanno evidenziato il drammatico confronto fra lo scacco comunicativo proprio della realta' clinica dell'autismo e l'insopprimibilita' della tensione comunicativa che comunque segna ogni condizione antropologicamente fondata. Gli autori, nel sottolineare la necessita' di congiungere la dimensione del "sintomo" con quelle del "vissuto" e, attraverso questultimo di accedere all'orizzonte dell'intersoggettivita', mettono in luce le potenzialita' ermeneutiche del concetto di autismo sottolineando alcuni punti di incontro fra pensiero antropoanalitico e psicoanalisi. In questa prospettiva il concetto di autismo,nella sua problematica coniugazione tra Mondo Interno e Mondo Esterno, (Idios Kosmos e Koinos Kosmos), a dispetto degli approcci orientati verso il riduzionismo sintomatologico "operazionale", viene riproposto come prezioso strumento per interrogarsi sul rapporto fra psicopatologia e condizione umana.