L'autore analizza il saggio di Freud "Introduzione al narcisismo", cercando di dare un'esposizione logicamente rigorosa e coerente della teoria freudiana sul narcisismo. Giunge alla conclusione che la teoria non e' coerente, presenta ambiguita' e genera fraintendimenti; osserva pero' che proprio questa polisemia rende il narcisismo freudiano cosi' ricco di suggestioni e di sviluppi, ed e' probabilmente una delle cause dello straordinario successo di questo concetto, non solo tra gli psicoanalisti, ma anche tra il pubblico non specialista. In particolare, l'autore analizza il modo diverso in cui alcune principali correnti europee continentali,da una parte, e le maggiori correnti americane, dall'altra, hanno interpretato l'originaria "galassia concettuale" freudiana, dandole interpretazioni in linea con gli assunti culturali impliciti e dominanti nelle loro rispettive culture. Uni degli intenti fondamentali dell'autore e' di far rilevare come anche i concetti clinici delle varie tradizioni nazionali abbiano origine piu' nel clima culturale generale dei rispettivi paesi che non in una pura e "idealizzata" pratica clinica.