La ricerca si colloca all'interno del filone di studi sui pregiudizi di eta' che hanno dimostrato la tendenza, da parte degli adulti, a sottovalutare le capacita' dei bambini in eta' prescolare e sopravvalutare quelle dei bambini di eta' successive. Rispetto agli studi esistenti sull'argomento, essa presenta una importante novita': il materiale-stimolo proposto ai soggetti non e' costituito da descrizioni delle prestazioni dei bambini tipiche di una certa eta', ma da una serie di fotografie che propongono il bambino impegnato situazioni di gioco con la madre. Il Lavoro, suddiviso in due parti, mette a confronto i giudizi espressi da due gruppi di adulti con diversa esperienza (madri-non madri) relativamente al set di foto presentate: la prima parte della ricerca analizza le attribuzioni di eta' fornite dai soggetti nei riguardi dei bambini raffigurati nelle foto; la seconda invece si sofferma sui resoconti dei soggetti, valutandoli in base alla loro aderenza o meno ai dati oggettivamente rappresentati. I risultati confermano la presenza dello stereotipo di eta', indipendentemente dala variabile "esperienza", nonostante il materiale-stimolo utilizzato avrebbe dovuto ridurre gli errori di valutazione. La variabile "esperienza" sembra incidere, invece, sulle descrizioni puntuali delle situazioni riportate dalle foto: l'esperienza diretta con i bambini fa si' che le madri si attengano maggiormente, rispetto alle donne senza figli, a particolari realmente presenti nelle foto, producendo nel contempo un quantitativo maggiore di riferimenti alla propria esperienza personale.