Nel riprendere un contributo di Emil Kraepelin del 1920, l'Autore avanza alcune riserve sulla netta distinzione tra disturbi dell'umore e schizofrenia tracciata dall'attuale nosologia (dal DSM-III al DSM-IV). Considerato in una prospettiva storica, il recente Impero dei disturbi dell'umore appare come il risultato di una delle oscillazioni del pendolo. Il rischio della fallacia dell'astoricismo si annida nella nosologia dominante. Condizioni come le psicosi schizoaffettive, gli stati misti, il disturbo borderline, il difetto schizofrenico si configurano come veri e propri <disorganizzatori nosografici> in grado di ricordarci che le diagnosi non sono solo liste di sintomi e inoltre che non possono essere presentate come chiusi problemi che sono ancorsa irrisolti.