Il lavoro parte dalla constatazione della crescente divaricazione che si h determinata tra i modelli psicoanalitici fondati sul concetto di pulsione e quelli di ispirazione relazionale. L'autore ritiene che dall'abbandono della teoria della seduzione il processo di formazione della rappresentazione inconscia sia rimasto avvolto in un alone di ambiguita' determinando un nodo teorico irrisolto, dal quale ha preso le mosse la tendenza alla divaricazione dei modelli del funzionamento psichico. Attraverso un riesame dei concetti di rappresentante ideativo e di rappresentante psichico della pulsione, appoggiandosi al lavoro di Green, si perviene ad individuare nel rappresentante psichico il livello minimale della rappresentazione e, nell'affetto che lo costituisce, e che nasce dalla relazione interumana originaria, il motore della costruzione della rappresentazione che costituira' poi lo scenario fantasmatico della realta' psichica. Si adombra cosi' un modello dell'apparato psichico, ad un tempo, relazionale e pulsionale secondo una logica circolare e autopoietica. Vengono poi esaminate alcune implicazioni di questo modello, sia in ordine a questioni metapsicologiche, come la distinzione tra le pulsioni di vita e quelle di morte, che alla formazione delle identificazioni primarie. Sono inoltre adombrate le ricadute di queste ipotesi rispetto alla teoria della cura e al significato del setting. Il lavoro si chiude con alcune riflessioni circa le implicazioni epistemologico-filosofiche di questo modello psicoanalitico della mente.