Molti termini in psichiatria sono di difficile definizione, forse <<indefinibili>>. Ne sono esempi concetti e termini come pensiero, intelligenza, volontà, umore, libertà. Sebbene riguardi tutta la psichiatria, la coscienza è, tra tutti, quello ancora più indefinibile. In questo lavoro l'autore tenta di fare un'analisi della coscienza evitando di partire dalla definizione teorica e dallo studio del soggetto normale, quanto piuttosto di partire dallo studio del soggetto in cui la coscienza è alterata. Osservando e studiando soggetti con coscienza alterata, come ad esempio i confusi, ed il loro ritorno alla coscienza si possono avere preziose informazioni sulla coscienza e su come essa sia costituita. Tra i vari concetti così discussi rientrano la destrutturazione, il disorientamento, la disaggregazione, la perdita di Aufassung, la perdita della capacità di mettere ordine nella conoscenza di sè e delle cose. Infine, l'autore sottolinea come la psicopatologia sia una parte integrante della psichiatria e come la ricerca sia monca se il suo compito si riduce a quello di fare diagnosi senza spiegarle, verificarle e giustificarle.