D. Fabbretti et E. Pizzuto, DALLE MANI ALLA CARTA: ASPETTI TEORICI E METODOLOGICI DELLA NOTAZIONE DELLA LINGUA ITALIANA DEI SEGNI, Rassegna di psicologia (Testo stampato) R d P. Rassegna di psicologia , XVII(2), 2000, pp. 101-122
Lo scopo di questo articolo e' quello di discutere un tema che riteniamo centrale per lo studio delle lingue dei segni usate dalle persone sorde: il bisogno di trovare mezzi appropriati per la trascrizione e la notazione dei testi scritti. Le lingue dei segni possono essere descritte come lingue parlate ma hanno anche delle caratteristiche specifiche (ad es. sono organizzate anche nello spazio). L'uso di un sistema appropriato di notazione e' ovviamente una condizione essenziale per studiare adeguatamente le lingue dei segni. I ricercatori principalmente interessati agli aspetti piu' "fonetici" o fonologici del linguaggio fanno affidamento su sistemi che analizzano i segni nelle loro sotto-componenti. Questi sistemi, pero', sono molto difficili da usare per trascrivere sequenze di segni cosi' come occorrono nel discorso. Infatti, i ricercatori che lavorano sulla sintassi, il discorso e la semantica, preferiscono sistemi di notazione basati sulle glosse che fanno affidamento su etichette per i significati dei segni in, ad esempio, italiano scritto. Nel presente articolo discutiamo alcuni rpblemi legati alla notazione delle lingue dei segni e presentiamo una rassegna critica di alcuni sistemi di notazioni in uso. In particolare, discutiamo alcuni problemi legati alla notazione del discorso nelle lingue dei segni e all'uso delle glosse con particolare riferimento alla Lingua Italiana dei Segni. Infine, descriviamo una notazione, basata sulle glosse, dei testi prodotti nella Lingua Italiana dei Segni che abbiamo usato nelle nostre ricerche. Crediamo che discutere su questi temi possa essere utile per comprendere le lingue parlate, le lingue visivo-gestuali e la relazione fra loro.