Il Crocifisso risorto di Tommaso (Gv 20,24-29) : un'ipotesi di lavoro

Authors
Citation
Vanni Ugo, Il Crocifisso risorto di Tommaso (Gv 20,24-29) : un'ipotesi di lavoro, Studia patavina rivista di filosofia e teologia , 50(3), 2003, pp. 753-775
ISSN journal
00393304
Volume
50
Issue
3
Year of publication
2003
Pages
753 - 775
Database
ACNP
SICI code
Abstract
L.incontro tra Gesù e Tommaso in Giovanni 20,24-29 richiama da vicino Luca 24,36-43: c.è, in entrambi i testi, l.esigenza dettagliata di .vedere e contattare. direttamente Gesù risorto per credere nella sua risurrezione. Ma l.insistenza in Giovanni su un contatto diretto - visivo e tattile - appare sproporzionata rispetto al riconoscimento di Gesù come risorto. Di qui l.ipotesi che Giovanni, pur partendo da un.esigenza di verifica tipo quella di Luca, faccia di Tommaso il protagonista ideale della fede nel risorto. Una rilettura del testo - condotta con particolare attenzione agli aspetti letterari e, segnatamente, al flusso narrativo - conferma l.ipotesi. Tommaso, una volta superato il blocco iniziale, realizza uno sviluppo vertiginoso di fede che lo porta a vedere nel Gesù del cenacolo anche il Gesù del Golgota. In parallelo con lo sviluppo della fede, nasce e si afferma l.esigenza di un .contatto salvifico. col risorto. Non ancora possibile per la Maddalena (Gv 20,17), tale contatto appare attuato tra Gesù e i discepoli la sera della domenica di Pasqua. La domenica successiva, .otto giorni dopo., Gesù chiede esplicitamente a Tommaso di contattarlo. La risposta di tommaso .Signore mio e Dio mio!. da una parte riassume la maturazione avvenuta della sua fede, che gli fa percepire nel crocifisso-risorto il suo Signore trascendente. Dall.altra, il possessivo .mio., ripetuto, indica in Tommaso la consapevolezza di un certo contatto di reciprocità che si è realizzato, quel contatto che poi, specialmente nella sua dimensione eucaristica, si svilupperà nella liturgia domenicale della chiesa primitiva.