La consuetudine nella coscienza giuridica medievale

Citation
Maglio Gianfranco, La consuetudine nella coscienza giuridica medievale, Studia patavina rivista di filosofia e teologia , 61(2), 2014, pp. 429-437
ISSN journal
00393304
Volume
61
Issue
2
Year of publication
2014
Pages
429 - 437
Database
ACNP
SICI code
Abstract
Il diritto medievale realizza uno stretto rapporto fra ordine giuridico e ordine teologico. Anzitutto è fondamentale il ruolo della consuetudine che non solo è la fonte giuridica principale ma è anche parte di una sensibilità diffusa capace di tradursi in comportamenti e convinzioni sociali condivise. In questo senso nel medioevo si può parlare di una filosofia consuetudinaria: il diritto non è tanto un dover essere ma, prima di tutto, è l'essere stesso di una comunità, esprime un senso di appartenenza e d'identità collettiva, è la convinzione che le regole vanno osservate perché rappresentano la memoria storica della comunità stessa e ne garantiscono la sopravvivenza. In secondo luogo è radicata la convinzione che le leggi umane trovano senso e significato nella cornice della lex aeterna e dunque sono attuative di un ordine che è dato all'uomo e quest'ultimo non può sconvolgere, con la conseguenza ulteriore che esistono limiti oggettivi al legiferare che nessuna autorità politica può superare. Tenendo presente questi fondamentali aspetti, il presente saggio si propone di analizzare i tratti essenziali di questa filosofia consuetudinaria segnalando l'importanza storica dell'incontro fra il germanesimo e la cultura teologica nel periodo altomedievale e in seguito il contributo della scienza giuridica (civilistica e canonistica) nell'elaborazione della categoria dell'aequitas cristiana, vero e proprio cardine della civiltà giuridica medievale.