L'articolo fa il punto sullo stato di salute delle istituzioni teologiche italiane, in particolare sulla base della ricognizione condotta nell'anno 2014 dal Comitato della Cei per gli Studi superiori di teologia e di scienze religiose. La verifica ha rilevato criticità e punti di forza, ma soprattutto ha avviato un confronto tra Facoltà, Issr e Conferenze episcopali regionali, che diventa imprescindibile punto di partenza per ridisegnare la mappa di una teologia capillarmente diffusa nella realtà pastorale italiana e, insieme, rilevante e significante per il mondo pubblico. Per ciò sarà determinante l'avvio di specializzazioni diverse, lo sviluppo della ricerca, la presenza di docenti titolati e dedicati, laici, uomini e donne; e ancora, un riconoscimento dei titoli che dia dignità ai percorsi teologici e permetta un più certo sbocco professionale anche nell'ambito civile; non da ultimo, occorrerà un adeguato investimento di risorse economiche e personali.