PESTE CELTICA O MAL DE NAPLES: SIFILIDE E PARALISI PROGRESSIVA NEL XIX SECOLO

Citation
C. Astorri et al., PESTE CELTICA O MAL DE NAPLES: SIFILIDE E PARALISI PROGRESSIVA NEL XIX SECOLO, Rivista sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali Archivio italiano per le malattie nervose e mentali. Rivista sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali , CXVII(1), 1993, pp. 153-172
ISSN journal
03707261
Volume
CXVII
Issue
1
Year of publication
1993
Pages
153 - 172
Database
ACNP
SICI code
Abstract
Gli autori ripercorrono la storia della sifilide e della sua espressione neuropsichiatrica: la paralisi generale degli alienati o paralisi progressiva. Inizialmente viene presentato un caso clinico tratto da una cartella del secolo scorso, che testimonia come da parte degli alienisti ottocenteschi ci fosse una grande curiosita' verso le manifestazioni psichiatriche di questa patologia. Poi vengono evidenziate le possibili radici storiche della sifilide tentando di individuarla nelle antiche descrizioni cliniche. Emergono anche le varie ipotesi sull'origine della malattia e le diverse concezioni eziopatogenetiche susseguitesi nei secoli: da quelle di tipo atrologico fino alle prime ipotesi che postulavano l'esistenza di germi, e alla scoperta della spirocheta. La sifilide viene anche distinta, per quanto possibile, dalle altre malattie cutanee e veneree. L'Ottocento e' esplorato con particolare attenzione, perche' e' sia il secolo durante il quale la psichiatria italiana trova la sua identita' manicomiale, sia il momento in cui si cominciano a cogliere le relazioni fra sifilide e vita dissoluta. Si arriva cosi' ai primi del Novecento, quando viene isolato il vero agente eziologico della malattia. Infine gli autori fanno un breve escursus sulle terapie impiegate contro la sifilide a partire dall'eta' antica. Emerge il ruolo giocato prima dal mercurio, poi dall'argento, dall'arsenico e dallo iodio, oltre che dal cosidetto "buon regime di vita"; fino all'avvento della penicillina, che ha modificato radicalmente la terapia antiluetica.