Secondo una stima prudente il 10-15% della popolazione adolescente, in un certo momento dello sviluppo, manifesta una reazione di comportamento che pone la richiesta di una valutazione diagnostica o di trattamento. L'analisi dei protocolli statistici di programmi riguardanti pazienti ricoverati segnala che circa il 10% di ammissioni e' classificato come reazione psicotica, e oltre il 10% e' diagnosticato come schizofrenia dell'adolescenza. L'utilizzazione del termine psicosi ha portato a grande confusione e richiede una definizione piu' accurata, particolarmente per quanto riguarda i disturbi dell'adolescenza. Menninger mette in guardia che l'utilizzazione del termine psicosi puo' implicare un disturbo specifico piuttosto che una descrizione di forme varie dello "stadio penultimo del processo di disquilibrio organismico e di disorganizzazione". Un tentativo e' stato formulato per porre una distinzione chiara tra la psicosi che si manifesta come uno stato alterato della coscienza con una netta regressione, frammentazione e dissoluzione, e la schizofrenia propriamente intesa. Nella schizofrenia questi sintomi possono essere presenti con un pattern di isolamento, apatia, relazione oggettuale povera, disorganizzazione interna e incompetenza,che puo' accompagnarsi con un disordine del pensiero, spesso con illusioni e allucinazioni. Le seguenti categorie di manifestazioni psicotiche sono predicibili sulla base di considerazioni evolutive: stati confusionali acuti, disturbi schizofrenici, altre psicosi dell'adolescenza che includono stati transitori catatonici e stati dissociativi gravi con caratteristiche isteriche, stato maniaco-depressivo bipolare, tossicomania. La discussione del trattamento sottolinea in particolare la fase post-psicotica di schizofrenia.